Mi è capitato sotto gli occhi un filmato del 1988, dell’archivio di RAI Uno divulgato dalla Fondazione Don Tonino Bello. Si tratta di una appassionata omelia – ma quale discorso di don Tonino non era appassionato? – su un brano di avvento in cui Gesù preannuncia la fine dei tempi, stelle che cadono, sole e luna che si spengono e paura nella gente che sarebbe addirittura morta per il presentimento di quello che sarebbe accaduto di lì a poco.
Signore, chiede don Tonino, con queste parole vuoi farci ancora più paura di quanta non ne abbiamo già? E osserva che le paure, nel 1988, non erano più provocate dagli eventi naturali ma si focalizzavano intorno al cuore dell’uomo. Bisogna ascoltare tutto il suo discorso per capire che ancora oggi, o forse oggi ancor più che nel 1988, le nostre paure sono provocate da egoismo ed insensibilità dilaganti, dalla violenza inusitata e sproporzionata, spesso inaspettata, nelle relazioni sociali. Paura del diverso, paura dell’invasione che oggi in realtà consideriamo barbarica e che allora don Tonino sottolinea non potersi definire tale perché forse i barbari “ci accorgiamo che siamo noi, gli abitanti del cosiddetto mondo civile che dopo 2000 anni di cristianesimo non hanno ancora imparato cosa sia l’accoglienza”.
Parole che ci sembrano estranee oggi che in seicentomila, probabilmente soprattutto cattolici, hanno votato un uomo che rivendica il diritto ad odiare, ad accogliere in Italia solo i laureati e gli ingegneri… senza sapere che molti dei disperati che arrivano sui barconi sono laureati e se arrivano qui è perché fanno la stessa cosa che fanno anche i nostri giovani laureati, magari i nostri andando via su un treno o un aereo: vanno via dalla loro terra, chissà perché. Anziché risolvere i problemi della mancanza di lavoro onesto e qualificato per italiani e stranieri, cosa che permetterebbe una vita dignitosa agli uni ed agli altri, si emargina ed emarginando si spinge una parte a vivere di espedienti. Vivendo di espedienti succede ad un certo punto che qualcuno ti passi su con l’automobile a causa di uno scippo e quel popolo di cattolici applaude. Gli altri, emarginati nella solitudine dei social, nella confusione tra fatti ed opinioni, magari benestanti, per noia ed indifferenza sterminano la famiglia.
Il mondo, diceva don Tonino, sta cambiando, proprio adesso, non ve ne accorgete? E invitava a non aver paura ma piuttosto ad agire, ad impegnarsi ed a chiedere leggi più giuste nei confronti dei diseredati e di coloro che lui chiamava terzomondiali, ma oggi ci sarebbe da dire nei confronti dei giovani in genere.
Quale civiltà è la nostra?
Quella forse che fa ferro e fuoco su civili e bambini? Quella forse che di civili e di bambini anche ammalati si fa scudo ed al contempo il nemico non aspetta che tu esca dallo scudo ma lo bombarda? Quella che butta giù sei palazzi per far fuori una persona sola, proprio ora che, se vogliamo trovare qualcuno, possiamo rintracciare il suo cellulare anche spento ovunque sia? Se non fosse vero diremmo che chi ci racconta queste cose sta scherzando. Ed onorevoli candidati d’oltre oceano plaudono a quel massacro di centinaia di persone, per una sola che si voleva eliminare.
Barbarie e grossolanità, esattamente quella che imputeremmo a popoli incivili.
Ma come possiamo se gli incivili siamo noi?
In Cina o in Russia non vivremmo, specie per come ce le raccontano, per carità, ma con la Cina facciamo costantemente affari quasi più che con Elon Musk da solo. Con la Russia invece sembra che di affari non ne vogliamo fare più ed addirittura ne rinneghiamo la profonda fratellanza culturale, se non fosse anche che fino agli Urali quella terra si chiama Europa, comprendendo l’Ucraina. A quest’ultima diciamo di voler bene ma stiamo contribuendo, diciamo solo indirettamente, ovvio, a raderla al suolo.
I cattivi sono tutti lì pronti ad assalirci da ogni dove ed i buoni siamo noi. Con alla guida governanti, ad Ovest come ad Est, tanto assetati di potere quanto disposti a chinare il capo alla vera ricchezza che muove le fila del mondo.
Noi confusi, giochiamo con l’AI e compriamo a prezzi bassi tutto online, e questo ci basta a sopravvivere mentre il giardino di casa si secca ad ottobre e le cause antropiche del cambiamento climatico, almeno le cause antropiche, sono arginate da poche dichiarazioni di qualcuno che ci dice che semplicemente non esistono. È così facile essere felici, basta che ti dicano quello che vuoi sentirti dire. Basta, basta, con queste previsioni apocalittiche, con le previsioni di una guerra imminente anche qui, a casa nostra! Basta! Così come la pandemia, anche quella non è mai esistita, ce lo dicono chiaramente i social.
Bene anzi male. Il mondo sta cambiando proprio ora, sotto i nostri occhi, ma non ce ne accorgiamo.