Un’antica foresta sopravvive
in una terra dolente
Lì si ergono maestosi
i “Cedri di Dio”
Un muro li protegge
mentre innalzano i tronchi a cercare il cielo
Il loro verde sfida il tempo
I loro occhi indovinano l’umana sorte
Tra i loro rami è passato e passa
il vento della storia
Ora che il vento d’autunno s’è fatto bufera
le foglie non sanno più parlare
Intonano un canto triste
invocano una nuova primavera
per l’azzurro che si spegne
Alberi vigorosi,
non fatevi giardino obliato
Siate roccia che resiste al male
Siano forti i vostri rami
Mani protese ad abbracciare l’azzurro
E il legno profumato
sia balsamo per lenire le ferite
Cedri del Libano,
possa il vostro verde intrecciarsi presto all’argento dell’ulivo