Passerà questo tempo sospeso…
Potremo allora,
guardando il mare,
tornare a respirare libertà?
Sarà davanti a noi lo stesso mare?
O solo la sua forma avrà,
quell’inferno d’acqua
Chiuso su speranze disgregate?
Se nelle conchiglie
non sentiremo più suoni d’onda
ma solo l’eco di mille e mille voci,
potremo mai, senza vergogna,
comprare la nostra
scontata libertà
con l’immensa urgenza
cercata e negata a tanti?
Sarà lo stesso mare,
quello che stupiti guarderemo
accogliere il sole di un tramonto infuocato?
Se giustizia regnasse in questo mondo
non toccherebbe sempre agli stessi
navigare quel mare
in balia dei flutti
cercare disperati
la salvezza nella stretta di una mano
E provare l’immensa solitudine
nel colpevole silenzio
di chi volge altrove lo sguardo
Urge tacere, adesso
Troppe le parole sprecate
Urge agire
perché quel mare
che crediamo nostro
sia luogo che abbraccia
e non inganno di romantici tramonti
