Ero in un grande magazzino. Ovviamente tutto in quel luogo ormai avviene in maniera automatica ed in modo che non sia necessario scambiare una parola con alcuno, dagli acquisti al pagamento.
Tra le esperienze di solitudine, magari giustificatamente direi, c’è quella all’interno dei servizi igienici, dove, nell’automatismo del percorso, non tocchi più niente. Fantastico! Ma al momento di asciugarmi le mani ecco una novità. Un cartello mi avvisa che ogni venti secondi di utilizzo dell’asciugatore consumo energia quanto un’automobile che percorre cento metri. Mi sento in colpa, ma è interessante. Mi avvisano per farmi prendere coscienza del problema che procuro al pianeta o al sistema di approvvigionamento energetico, quando mi asciugo le mani con un apparecchio elettrico a parete. E questo mi servirà a farmi diventare una brava cittadina che risparmia energia e difende la natura. Grande lezione di civiltà.
Il pensiero, non capisco perché, in quella mia solitudine, mi corre improvvisamente alle guerre in atto, agli aerei, anche quelli di linea, ma anche, per una bizzarra associazione di idee a certi brevetti.
Allora mi immagino che al soldato che sta per sparare con un bazooka o una bomba o un’altra diavoleria moderna, sull’arma che sta usando, compaia un messaggio, che reciti così: ogni colpo che spari inquina di tot l’ambiente (oltre ad infischiarsene della vita umana come già sai).
A tutti i passeggeri degli aerei, sul biglietto, dovrebbe comparire la scritta: ogni volo del tuo aereo intossica l’atmosfera e contribuisce al buco nell’ozono di tot.
A tutti i politici che decidono le guerre, che decidono l’acquisto di armi ed aerei da guerra, si dovrebbe materializzare sulla scrivania o sui tavoli dei grandi incontri la seguente scritta: ogni guerra che farai ammazza tot persone di cui tot bambini e distrugge tot volumi di atmosfera terrestre.
Ai politici che consentono con le loro leggi di brevettare le piante o di vendere l’acqua potabile ribaltando il loro ruolo che sarebbe quello di proteggere il popolo, dovrebbe comparire l’avviso: ogni pianta che si brevetta ed ogni concessione di sfruttamento di fonti idriche producono tot morti di fame e tot morti di sete, di cui tot bambini.
E così via…. per tante altre scelte che passano sopra la testa di tutti. Sarebbe una cosa azzeccata, mi sa.
Io sono uscita dalla toilette con le mani un po’ umide, in ottemperanza a quel richiamo di civiltà.
Piccola cosa, decisamente. Ma ognuno di noi dovrebbe rinunciare a qualcosa di un po’ più grande per il bene dell’umanità intera.
E forse qualcuno che insegue il miraggio del potere (perché il potere è davvero uno stupido e temporaneo miraggio che non rende immortali) dovrebbe tornare sui banchi della scuola elementare per capire nuovamente cosa sia l’umanità.
Cercasi un fine è “insieme” un periodico e un sito web dal 2005; un’associazione di promozione sociale, fondata nel 2008 (con attività che risalgono a partire dal 2002), iscritta al RUNTS e dotata di personalità giuridica. E’ anche una rete di scuole di formazione politica e un gruppo di accoglienza e formazione linguistica per cittadini stranieri, gruppo I CARE. A Cercasi un fine vi partecipano credenti cristiani e donne e uomini di diverse culture e religioni, accomunati dall’impegno per una società più giusta, pacifica e bella.