L’abbaio del DOGE, di Lorenzo Bravi

Il nuovo Dipartimento per l’efficienza governativa (D.O.G.E.), che verrà ufficialmente costituito dopo il 20 gennaio dell’anno venturo, giorno della cerimonia d’insediamento della nuova amministrazione Trump e che vedrà a capo Elon Musk e Vivek Ramaswamy, avrà come obiettivo quello di eliminare 2.000 miliardi di dollari dalla spesa di bilancio federale. Un taglio draconiano degli organismi federali e non una semplice spending review.
Come ha annunciato prima Musk e poi Ramaswamy, il metodo per ridurre le spese pubbliche sarà quello di eliminare in toto alcune agenzie in carico all’amministrazione federale statunitense e di licenziare decine di migliaia di funzionari e impiegati pubblici. Musk ha già annunciato che eliminerà il CFPB (Consumer Financial Protection Bureau), agenzia regolativa per i pagamenti digitali. Come ha scritto Michel Strafford, su Politico.com lo scorso 27 novembre, il vero obiettivo di Musk nell’eliminare l’agenzia è quello di non avere intralci per permettere a X.com di diventare un sito in cui si possono effettuare dei pagamenti. Ramaswamy, in un’intervista fatta all’ex anchorman di Fox News Tucker Carlson, ha utilizzato la doppia metafora dell’utilizzo del “martello pneumatico e la sega elettrica” per ristrutturare le diverse strutture federali. Secondo l’imprenditore di origini indiane il primo punto per attuare il piano per il contenimento della spesa pubblica sarà quello di eliminare l’utilizzo del lavoro da remoto agli 1,3 milioni di dipendenti federali attualmente in smart working su un totale di 2,2 milioni. Degli 1,3 milioni di dipendenti che fanno uso di smart working il 10% è in modalità full time, mentre il restante 90%, dall’agosto del 2023, si deve recare in ufficio cinque giorni lavorativi su dieci.
In realtà questa eventuale scelta di imporre il ritorno al lavoro è quello di ottenere una richiesta dimissioni volontarie da parte di un buono numero di dipendenti, pratica che viene ampiamente praticata ormai da due anni a questa parte da diversi dipartimenti delle risorse umane di varie multinazionali, che in questo modo sfoltiscono il loro organico in esubero senza ricorrere ad annunci di licenziamenti massivi. Questi, il più delle volte possono portare ad un cattivo feedback da un punto di vista reputazionale, sia da parte dei consumatori che dei dipendenti, alle aziende in questione.
Ramaswamy ha ipotizzato, nell’eventualità che questo piano non porti i previsti risultati sperati in fatto di numeri di dimissioni, di licenziare il 50% dei dipendenti che hanno un numero dispari come identificativo finale della propria previdenza sociale. Un altro piano ipotetico sarebbe quello di fare una conversione del profilo di alcuni dipendenti, nella categoria “Schedule F“, che comporta non avere nessuna tutela lavorativa e quindi renderebbe il dipendente potenzialmente licenziabile in qualsiasi momento. 
Ma come hanno già denunciato i sindacati degli impiegati federali statunitensi, Elon Musk sta già inducendo diversi dirigenti e impiegati pubblici alle dimissioni volontarie con i suoi post sulla sua piattaforma, facendo nomi e cognomi dei dirigenti che secondo lui devono essere cacciati, tramite l’utilizzo del suo personalissimo linguaggio. Nel loro complesso, questi metodi sembrano che stiano dando i risultati sperati, dato che si stanno verificando le prime richieste di dimissioni volontarie e di prepensionamento da parte di qualche centinaia di dipendenti pubblici federali e in modo maggiore nella carica dei dirigenti.
In attesa del completamento delle liste di proscrizione appare evidente che la metodologia, che molto probabilmente sarà quella poi adottata, è la stessa che viene utilizzata nelle big corporation, definita secondo il linguaggio delle discipline dell’economia e management. In altre parole, licenziamenti di massa. Ma se questi programmi sembrano dati quasi per certi, possono intervenire circostanze impreviste che possono, potenzialmente, mutare radicalmente un processo storico, come scrisse per l’appunto Pascal nel pensiero nr. 290, che ruotava intorno a questa tematica: «Cromwell stava per devastare tutta la cristianità: la famiglia reale era perduta e la sua potenza per sempre, se un piccolo granello di sabbia non gli si fosse ficcato nell’uretere. La stessa Roma stava per tremare sotto di lui: ma, cacciatosi lì quella pietruzza, egli morì, la sua famiglia cadde, tutto tornò in pace e il re fu rimesso sul trono». (Blaise Pascal, Pensieri, Mondadori, edizione 1979, pag. 221)
Il granello di sabbia per il duo Musk/Ramaswamy può consistere di due eventuali effetti derivanti dalle loro probabili decisioni, non connessi tra di loro. Il primo di questi è di natura politica, infatti tutti i tagli paventati sui dipendenti e alle funzioni delle agenzie federali, dovranno essere però approvati in entrambi i due rami del Congresso, sia dalla Camera dei rappresentanti che dal Senato. Il Partito Repubblicano, che deterrà l’ampia maggioranza di tutta l’assise, non è escluso che diano l’assenso ad un taglio così netto. Il secondo è l’effetto che un eventuale licenziamento di massa può determinare nella condizione psicologica di chi licenziato non sarà. Il fenomeno del quiet quitting, tradotto in italiano non letterale come “dimissioni silenziose”, è un fenomeno sociale largamente diffuso tra i lavoratori dei dipartimenti che fanno parte degli organi di staff nelle multinazionali che descrive lo stato psicologico dei lavoratori che adempiono alle proprie mansioni con il minimo impegno e senza particolare interesse per quello che stanno facendo.
Gli Stati Uniti non sono nuovi a questo fenomeno sociale. Tralasciando le scienze sociali e la specifica branca, quella della psicologia del lavoro, si può ricorrere alla grande letteratura americana e in modo particolare al racconto di Herman Melville, Lo Scrivano Bartleby, pubblicato nel 1854. Il grigio impiegato di uno studio notarile newyorkese Bartleby, dipendente scrupoloso e infaticabile, improvvisamente si oppone al compiere qualsiasi mansione che gli venga richiesta tramite il pronunciamento della formula “I would prefer not too. Questo eventuale approccio lavorativo, all’interno delle istituzioni federali, renderebbe la stessa macchina burocratica statunitense più inefficiente e sarebbe anche in completa antitesi alla dedizione totale al lavoro perseguita da Elon Musk il quale considera la dedizione totale al lavoro come skill fondamentale.

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