Il volontariato e una sottile felicità, di Michela Fascina

Un anno di pensionamento: languo. Mi rivolgo al mio più caro amico di sempre: Gesù. In anti anni di profonda amicizia, non gli ho mai chiesto nulla per me, ma questa volta dovrà ascoltarmi. Non posso rimanere inoperosa oltre. Dopo qualche giorno, passeggiando per le strade del mio paese con un’amica, evito di interloquire con lei che me ne chiede spiegazione: non è abituata al mio silenzio, alla mia apatia, alla mia tristezza. Non ho alcun obiettivo da perseguire, nessun fine da raggiungere, niente scuola, niente alunni, il vuoto assoluto.

Lei mi fa presente che nel centro storico del paese c’è un’associazione di volontariato che si occupa di impartire lezioni di lingua italiana agli extra-comunitari.

Rifletto.

Inizia a piovere, ma una voce interiore mi spinge a indugiare, ad andare oltre, distogliendomi dal rientrare subito a casa.

Raggiungo l’associazione: Cercasi un fine e approdo in un porto sicuro.

Vengo accolta, ascoltata, accettata e la settimana seguente al colloquio, mi vengono affidati i miei due primi alunni. Uno di essi si chiama: Jesus, Sarà un caso?

Dopo la prima ora di lezione in associazione, mi sento già a casa, mi sembra di essere lì da sempre.

Osservo con attenzione i miei nuovi compagni di viaggio; persone normalissime, ma dotate di caratteristiche di spicco: generosità, amore per il prossimo, volontà di donare il proprio tempo a chi ne ha bisogno, sensibilità di ascolto nei confronti di chi, per una serie infinita di motivi, ha dovuto lasciare affetti, usi e costumi propri, approdando in una terra sconosciuta, molto lontana dalla sua, alla ricerca di un futuro migliore, lasciandosi alle spalle molto spesso dittature, guerre, violenza, dolore, miseria, soprusi.

In associazione tutti lavorano, ogni giorno, gomito a gomito pronti ad assumersi al bisogno impegni di collaborazione e cooperazione, senza alcun fine di lucro, donando il proprio sapere a persone che la vita ha reso meno fortunate.

Conoscere il presidente dell’associazione, don Rocco D’Ambrosio, è un piacere; un vero ministro di Dio straordinario; pur essendo impegnato su più fronti, riesce a coordinare magistralmente questo microcosmo dalle molteplici sfaccettature.

Prendo atto che l’associazione è divisa in due settori. Ci sono giovani donne e uomini che svolgono il servizio civile, seguendo bambini e adolescenti nello svolgimento dei compiti pomeridiani e volontari di ogni età, di ogni ceto sociale e di cultura differente che impartiscono, a loro volta, lezioni di lingua italiana a chi è alla ricerca di un migliore inserimento nel mondo del lavoro e nella nostra società tanto complessa.

In associazione, ogni giorno approdano persone di ogni etnia a cui prestare attenzione; si affrontano infinite problematicità: ad esempio, si prendono in esame i bisogni di chi cerca aiuto; oppure si guardano titoli di studio in arrivo da un altro continente, non riconosciuti dalle leggi del nostro Paese, da mancanza di convenzioni, da grande discriminazione razziale, in un mondo improntato sul quotidiano fariseismo che rende tutto molto difficile da affrontare.

Si conforta chi è in attesa di una cittadinanza che tarda ad arrivare, si incoraggia chi ha un lavoro precario, sperando in meglio, si offre un dolcetto a chi lo gradisce, si sorseggia un caffè insieme, si prepara una festa di carnevale per i più piccoli, ci si confronta per problemi apparentemente irrisolvibili.

Si affronta la vita nella sua quotidianità, in un clima di serenità resa circolare dalla Provvidenza, che accomuna tutti gli associati, protesi verso un unico fine.

Si, perché tutti i soci di Cercasi un fine, ed io stessa, il fine lo abbiamo trovato: costruire un mondo migliore impostato sui valori della fede, della pace, dell’amore e della fratellanza che, schivo da qualsiasi forma di discriminazione, salvaguardi sempre la libertà di pensiero di ogni singolo individuo, il valore di ogni persona e la dignità che spetta ad ogni essere umano.

Chiunque busserà alle porte della nostra associazione sarà sempre il benvenuto e accettato con grande rispetto.

Oggi si cerca di sensibilizzare la cittadinanza cassanese perché sempre tanti sono i bisogni degli alunni stranieri, sempre pochi i volontari. Chi ha tempo e voglia si renda disponibile a darci una mano, a diventare parte di noi.

L’inverno è terminato, è arriva la primavera. Tra poco sarà estate. Il tempo è volato.

Mi guardo dentro. Mi sento di nuovo viva e mi accorgo di essere cresciuta, di essere cambiata, di essere più matura.

Insegnare agli adulti non è come insegnare agli adolescenti. È una nuova esperienza di vita che forma e trasforma pienamente chiunque operi in questo settore, anche me, perché un adulto extra-comunitario, che vuole apprendere una lingua diversa dalla sua, ha mille profonde motivazioni e aspirazioni differenti da quelle di un giovane ragazzo in obbligo scolastico e ti pone di fronte ai grandi interrogativi della vita: “Perché io bianca e lei nera? Perché io fortunata e lui no? Perché io felice e lei no? Perché? Perché?”.

Noi volontari dobbiamo operare in maniera tale che il sogno di ogni cittadino straniero e ogni sua aspirazione possano un giorno realizzarsi.

La più grande soddisfazione per tutti noi sarebbe poter dire in futuro a tanti alunni frequentanti la scuola: “Bravo, da oggi ti esprimi molto bene in italiano”.

La mia autostima è alle stelle, mi sento più ricca nel cuore e nella mente. Ho stretto nuove amicizie, mi sento nuovamente amata dagli alunni che seguo e apprezzata dai miei compagni di avventura.

Si, perché adesso è appena iniziata una nuova bellissima avventura tutta da vivere.

Rientrando a casa, ripenso a J. : l’alunno che, come tutti, curo con grande amore.

Il rapporto di stima e amicizia che si è instaurato ha dato i suoi primi frutti: l’impegno è costante, la comprensione di un testo di italiano, rispetto al passato, è migliorata, l’apprendimento della lingua italiana arriverà col tempo. Ci stiamo impegnando.

Il suo lavoro è più stabile. Il sorriso che mancava all’inizio, è oggi all’ordine del giorno.

Rientrando a casa dopo due ore di intensa attività in associazione, mi accorgo che una sottile felicità pervade tutto il mio essere.

È notte; prima di chiudere gli occhi, mi rivolgo al mio vero amico di sempre e ancora una volta, come ogni volta, non posso far altro che dirgli: “Grazie Gesù”.

Michela Fascina,

già docente di scuola superiore, volontaria Cuf, Cassano, Bari

PRESENTANDOCI

Cercasi un fine è “insieme” un periodico e un sito web dal 2005; un’associazione di promozione sociale, fondata nel 2008 (con attività che risalgono a partire dal 2002), iscritta al RUNTS e dotata di personalità giuridica. E’ anche una rete di scuole di formazione politica e un gruppo di accoglienza e formazione linguistica per cittadini stranieri, gruppo I CARE. A Cercasi un fine vi partecipano credenti cristiani e donne e uomini di diverse culture e religioni, accomunati dall’impegno per una società più giusta, pacifica e bella.


 

 

VOLONTARI CERCANSI

È stato pubblicato il bando per la selezione di operatori/trici volontari/ie per l’anno 2025/2026 (https://www.politichegiovanili.gov.it/comunicazione/news/2024/12/bando-ordinario-2024/) con scadenza il 18 febbraio 2025 ore 14.00.

Cerchiamo giovani che desiderano fare domanda per i nostri progetti, evidenziare sui siti la ricerca dei volontari, promuovere incontri informativi.

Al seguente link trovate tutte le schede sintetiche dei progetti finanziati promossi da CIPSI e pubblicati sul nostro sito, anche quello di Cercasi un fine:

Progetti ITALIA: https://www.cipsi.it/2024/12/progetti-scu-cipsi-italia-2024-candidati-con-noi/ oppure progetti ESTERO (sempre nello stesso sito)

Per info rivolgersi presso CERCASI UN FINE APS, VIA SANGES 11 A - CASSANO DELLE MURGE
Siamo aperti dal lunedì al venerdì ore 11-13; 16.30-19.30
oppure mail: icare@cercasiunfine.it o tel. 080 763973
Promuoviamo il servizio civile tra i nostri giovani!

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