I media poco attenti alla crisi climatica, ma “Avvenire” è promosso, di Daniela Fassini

Sui principali quotidiani e telegiornali italiani diminuisce la copertura della crisi climatica, ma aumenta lo spazio offerto a chi si oppone alla transizione ecologica, «al punto che il 25,5% delle notizie trasmesse dai TG nazionali diffonde argomentazioni critiche o contrarie alle azioni per il clima», sottolinea Greenpeace nel suo nuovo rapporto sulla crisi climatica raccontata dai cinque quotidiani nazionali più diffusi e dai telegiornali serali. Lo studio, commissionato all’Osservatorio di Pavia, istituto di ricerca specializzato nell’analisi della comunicazione, ha messo sotto la lente, nel periodo fra gennaio e aprile 2024, Corriere della Sera, la Repubblica, Il Sole 24 Ore, Avvenire, La Stampa e i tg Rai, Mediaset e La7.
«Nel primo quadrimestre del 2024 sui telegiornali si parla del clima e della transizione energetica nel 2% delle notizie trasmesse, ma le notizie realmente dedicate alla crisi climatica sono in media appena lo 0,1% (circa una ogni dieci giorni per ciascun TG) – si legge nel rapporto – Inoltre, un quarto delle notizie in cui si parla del clima veicola narrative di resistenza alle azioni necessarie per mitigare il riscaldamento globale, senza che peraltro siano mai messe in discussione. Gli argomenti principali sono i costi considerati eccessivi della transizione e il suo presunto carattere “ideologico”, nonostante la comunità scientifica sia invece unanime nel sostenere la necessità di agire con urgenza». Il TG5 è il telegiornale che ha dato più spazio al riscaldamento del pianeta, mentre all’opposto il TG La7 di Enrico Mentana ha parlato della crisi climatica una sola volta in quattro mesi.

Nello stesso periodo, i principali quotidiani italiani hanno pubblicato in media 4,4 articoli al giorno in cui si fa almeno un accenno al clima e alla transizione energetica, ma gli articoli realmente dedicati alla crisi climatica sono in media appena uno ogni due giorni. «Si conferma inoltre la dipendenza della stampa italiana dalle pubblicità delle aziende più inquinanti (compagnie del gas e del petrolio, dell’automotive, aeree e crocieristiche): con l’eccezione di Avvenire, sugli altri quotidiani nel periodo in esame si arriva a una media quattro inserzioni pubblicitarie a settimana, più degli articoli dedicati alla crisi climatica». Per quanto riguarda così la classifica aggiornata dei quotidiani, ancora una volta si avvicina alla sufficienza solo Avvenire (con 5,6 punti su 10), guadagna posizioni Il Sole 24 Ore grazie a una maggiore copertura della crisi climatica (3,8 punti), seguono con punteggi gravemente insufficienti Corriere della Sera (3,4), La Stampa (3,2) e la Repubblica (2,6).
«La Terra si surriscalda sempre più in fretta, ma l’influenza del governo e delle aziende inquinanti sui principali media nazionali impedisce di cogliere la gravità della minaccia, nonostante l’intensificarsi di alluvioni catastrofiche e di ondate di calore estreme che non risparmiano il nostro Paese», dichiara Giancarlo Sturloni, responsabile della comunicazione di Greenpeace Italia.

Lo studia esamina anche le dichiarazioni sul clima e sulla transizione energetica rilasciate dai principali leader politici italiani su Facebook, sui quotidiani e sui telegiornali. I risultati del primo quadrimestre confermano che la crisi climatica resta marginale nel dibattito politico nazionale. Paradossalmente, sono i leader di destra a parlare di più di clima su quotidiani e telegiornali, ma spesso per esprimere posizioni ambigue o apertamente critiche verso la transizione.

avvenire.it/attualita/pagine/media-e-clima-nuovo-studio-di-greenpeace

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