Cosi, quasi dolcemente, verso il fascismo, di Rocco D’Ambrosio

Tra parole e gesti del Governo Meloni e parole e gesti del Trump 2, trovo qualche lume interpretativo in un brano di Pier Paolo Pasolini del 1962: “L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo. Essere laici, liberali, non significa nulla, quando manca quella forza morale che riesca a vincere la tentazione di essere partecipi a un mondo che apparentemente funziona, con le sue leggi allettanti e crudeli. Non occorre essere forti per affrontare il fascismo nelle sue forme pazzesche e ridicole: occorre essere fortissimi per affrontare il fascismo come normalità, come codificazione, direi allegra, mondana, socialmente eletta, del fondo brutalmente egoista di una società”. Finora non ho mai ancora letto sintesi più appropriata e profonda. Qualche personalissimo commento.

  1. Quello che stiamo vivendo – in Italia, USA e diversi Paesi a guida populista – è una forma di fascismo (simile o lontana da quello storico, per alcuni aspetti, poco importa) determinata da un mix di “egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo”. Ovviamente l’humus che li ha generati è così complesso e variegato: dall’individualismo al dio denaro-profitto, dalle carenze educative a quelle istituzionali e partitiche, da crisi socioeconomiche congiunturali e strutturali al post pandemia e guerre in corso, dai segnali preoccupanti delle comunità di fede religiosa all’affermarsi di fondamentalismi vecchi e nuovi, interni ed esterni a sinagoghe, chiese e moschee. Lunga lista.
  2. Il fenomeno è trasversale: tocca giovani, adulti e anziani, ricchi e poveri, ignoranti e colti, atei e religiosi, locali e stranieri, politici e cittadini. Sono accomunati da interessi (legittimi o loschi) oppure da ignoranza e stupidità. Su quest’ultima Bonhoeffer offre un’illuminante analisi. Il pastore protestante afferma la sua convinzione: “Sembra che si tratti di una legge socio-psicologica. La potenza dell’uno richiede la stupidità degli altri”. Ha bisogno di persone, che nonostante istruzione e mezzi per conoscere e smascherare i populisti ora in auge, li idolatrano comunque perché vittime di una continua e bombardante, da parte del leader, “ostentazione di potenza, da un rubare al singolo la sua indipendenza interiore”, dall’indurlo a rinunciare ad assumere “un atteggiamento personale davanti alle situazioni che gli si presentano”. Queste politiche instupidiscono fortemente, ieri come oggi. I nuovi media e social non fanno altro che amplificare questa potenza dei leader. E Musk & Co. sono funzionali a questo processo.
  3. “Non occorre essere forti – riprendo Pasolini – per affrontare il fascismo nelle sue forme pazzesche e ridicole: occorre essere fortissimi per affrontare il fascismo come normalità, come codificazione, direi allegra, mondana, socialmente eletta, del fondo brutalmente egoista di una società”. Per molte persone (mi auguro non la maggioranza) il tutto “interessa poco” – “non c’è niente di nuovo, né tantomeno di pericoloso” – “sono tutte paure create dalla sinistra e dai media” e cosi via. Per diversi è un brutto momento e necessitiamo di nuove forme di resistenza. Gli uomini e le donne di buona volontà non possono assolutamente rifugiarsi nel privato e devono re-inventare ciò che salva i nostri Paesi dal baratro; con un “costante esercizio di ragione, diritto e morale” (G. Ritter).
  4. I Trump, Meloni, Le Pen, Salvini, Grillo, Casaleggio, Erdogan, Maduro, Orban, Putin, e diversi compagni di tristi merende, covano molta rabbia e spirito di vendetta verso gli avversari. Quando assumono il potere, in genere, devono fare piazza pulita di scelte e memorie passate, calpestare Costituzioni e prassi consolidate per favori e velleità promesse, garantire amici e parenti a ogni costo, piegare l’amministrazione pubblica e la magistratura al loro volere, affidare (o svendere) settori strategici ad operatori economici avidi, disprezzare e maltrattare stranieri, ostentare omofobia ad ogni pie’ sospinto. Persino il buon Dio non è lasciato in pace. In maniera blasfema e ignobile trattano il Signore come se fosse il “tappabuchi” (Bonhoeffer) delle loro scelleratezze o il maggiordomo delle loro idiozie, tra molti e assordanti silenzi di rappresentanti religiosi.

Ci salvi il buon Dio da questo disastro, non senza l’aiuto di chi ha conservato ragione ed eticità. Ci salvi da coloro che puliscono “l’esterno del bicchiere e del piatto, mentre dentro sono pieni di avidità e d’intemperanza”; da coloro che sono “simili a sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d’ossa di morti e d’ogni marciume… pieni d’ipocrisia e d’iniquità” (Mt 23, 25-28).

PRESENTANDOCI

Cercasi un fine è “insieme” un periodico e un sito web dal 2005; un’associazione di promozione sociale, fondata nel 2008 (con attività che risalgono a partire dal 2002), iscritta al RUNTS e dotata di personalità giuridica. E’ anche una rete di scuole di formazione politica e un gruppo di accoglienza e formazione linguistica per cittadini stranieri, gruppo I CARE. A Cercasi un fine vi partecipano credenti cristiani e donne e uomini di diverse culture e religioni, accomunati dall’impegno per una società più giusta, pacifica e bella.


 

 

VOLONTARI CERCANSI

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Cerchiamo giovani che desiderano fare domanda per i nostri progetti, evidenziare sui siti la ricerca dei volontari, promuovere incontri informativi.

Al seguente link trovate tutte le schede sintetiche dei progetti finanziati promossi da CIPSI e pubblicati sul nostro sito, anche quello di Cercasi un fine:

Progetti ITALIA: https://www.cipsi.it/2024/12/progetti-scu-cipsi-italia-2024-candidati-con-noi/ oppure progetti ESTERO (sempre nello stesso sito)

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