Avevo pensato di non dire nulla. Penso che quando muore qualcuno, un capitolo si chiuda e si debba andare avanti. Se una persona ti piaceva, si soffre, se non ti piaceva, fai spallucce.
Ma quando muore un personaggio pubblico che ha tanto nel bene (per chi lo ha apprezzato) e nel male bisogna anche fare delle considerazioni prima di andare avanti. Perchè non è giusto che la morte in qualche modo faccia un upgrade della vita perduta.
Non vale per tutti per fortuna, ma chi in qualche modo ha toccato le vite degli altri, non può scampare al bilancio delle cose che ha fatto. Ovviamente poi ognuno lo fa nella propria sfera, mi occupo di mondo, diritti, migranti, di donne, giornalismo e non posso sdoganare il fatto che basti morire per sopravvivere al giudizio delle proprie azioni. La salvezza è giustizia e pentimento.
La presenza di Silvio Berlusconi ha glorificato il patriarcato, sdoganato la mercificazione del corpo delle donne, il linguaggio corporeo volgare è diventato ufficiale. A volte bisogna guardare dal di fuori per vedersi nel contesto e basta vedere i titoli dei giornali stranieri e quelli italiani per notare la disfunzionalità del nostro paese, mentre lui andava avanti, noi andavamo indietro, mentre gli affari suoi diventavano affari di stato, noi senza troppo badarci, perdevamo diritti faticosamente conquistati da chi aveva lottato prima noi.
Chi rappresenta uno Stato dovrebbe essere irreprensibile, integerrimo, di esempio ai propri cittadini. Avrà magari pure fatto cose buone, non me ne vengono in mente ora, ma sono troppe quelle non buone, motivo per il quale non avrebbe meritato, non tanto i funerali di Stato, ma quella rappresentazione farsesca che ci hanno propinato della sua dipartita.
Lui era prostituzione, era abuso di potere, era ostentazione, era collusione. Era barzellette sconce, canzonette che van bene se sei in una taverna, ma non se rappresenti noi nel mondo. E solo per citarne alcune.
E questo dovrebbe essere già oltre per un qualsiasi essere umano pensante. Lo stato sociale con lui non è migliorato. Nè la nostra immagine, nè l’economia, nè la salute, nè l’istruzione, nè la protezione dei più vulnerabili, nè il giornalismo, nè soprattutto,la visione che qualsiasi politico dovrebbe dare al futuro.
E non si tratta di essere da una parte politica o dell’altra, ma di essere consapevoli. Ci sono persone che fanno male alla società, che sia un trump, un erdogan, un blair, solo per citarne alcuni tra tanti. Ma restano il male perchè le conseguenze delle azioni si perpetuano anche dopo la loro morte.
Si riempiono tutti la bocca di parole come “valori”. Ma in questo caso era solo soldi e potere. Era patriarcato nelle forme più becere, sofisticate e moderne da far sembrare i talebani molto più coerenti. Un ricco manipolatore, senza dubbio capace, che è riuscito a conquistare un pezzo di paese che voleva essere come lui e fermare l’altro. Ma noi siamo ancora qui.
[inviata di guerra e direttrice di Radio Bullets, Roma]