Antidoti, di Donatella A. Rega

Nella zona di Brescello, lo diceva Guareschi, la gente pensava che se respiri sei vivo, se hai smesso di tirare su il fiato sei morto. Da allora ci siamo “evoluti”, e poi comunque tutto il resto del mondo non è Brescello ed anche ai tempi di Guareschi, quell’altra parte di mondo, fuori dai confini di Brescello,  la faceva “complicata” su ogni questione. Fra questi, da un lato tanti onesti politici (non era, e non dovrebbe essere anche ora, un ossimoro), tanti onesti studiosi, scienziati, storici, letterati, semplici cittadini che si interessavano e partecipavano alla vita pubblica anche entrando nei partiti e dall’altro, purtroppo, tanti disonesti “pifferai magici”, chiamiamo così chi si è adoperato da sempre a gettare fumo negli occhi della gente, cosa che comunque, bisogna riconoscerglielo, è roba che richiede impegno, sia pur, quest’ultimo,  volto al male.

Ma c’è un’altra parte di gente che ancora adesso non è schietta e semplice come gli abitanti di Brescello e tuttavia a farla complicata su ogni questione si stanca.

Di questa parte di gente facciamo parte quasi tutti, diciamocelo. E per dimostrarlo vi ricorderò che sicuramente qualche volta nella nostra vita, stesi su una spiaggia assolata e calda, fra le grida di bambini e mamme, avremo ascoltato dalla radio di un vicino o dagli altoparlanti del lido accanto, semi-sorridenti ed inebetiti, a seconda dell’epoca in cui siamo nati, “Ciao mare” oppure qualche altro tormentone estivo un po’ più martellante e recente.

A volte sentirsi leggermente idioti per qualche minuto fa quasi (dico quasi) bene, si ha bisogno di evadere dal peso dei problemi quotidiani, personali e del mondo.

A volte.

Ma cosa ci stia succedendo oggi non mi è chiaro perché sembra che in quello stato di inebetimento da spiaggia vogliamo rimanerci anche in inverno e tutto l’anno, non tanto con le canzoni, ma con certi altri tormentoni del web.

Stiamo attraversando uno di quei momenti storici in cui ci sembrerebbe di dover dire: “Alt! Un momento! Ragioniamo…”.  Vero? Ma non riusciamo a “trovare la dritta” si direbbe a Bari.

Bisogna mettere a posto alcuni concetti fondamentali. E io ci provo in cinque punti.

  1. Abbiamo avuto tutti tanta paura della pandemia e quando si ha paura si tende ad operare una rimozione ed a spostare il problema su altre cause non sempre reali, anzi spesso totalmente fantasiose (perché le fantasie generalmente non sono contestabili attraverso ragionamenti logici e quindi finiscono col rassicurare il soggetto che vi aderisce o vi ricorre).
  2. Abbiamo fatto ipotesi varie sull’origine del nuovo coronavirus, tutte ci sono sembrate plausibili ed alcune di queste molto inquietanti.
  3. Ma poi abbiamo sdrammatizzato di colpo la questione del virus e delle sue origini, minimizzando totalmente le conseguenze dell’infezione ed anzi propagandando che i positivi al Covid venivano “finiti” in ospedale con cure inappropriate (preciso che ci siamo trovati improvvisamente di fronte ad una infezione nuova e le cure andavano tutte sperimentate, non dimentichiamo che Trump propose di inoculare, quei disinfettanti che vengono usati per le superfici, direttamente nelle vene). Ma perché abbiamo minimizzato la malattia che all’inizio invece noi stessi pubblicizzavamo con le immagini di persone che cadevano morte di infarto per strada? Perché abbiamo avuto una paura più grande: quella della vaccinazione che, su centinaia di milioni di persone vaccinate, ha ovviamente procurato un numero notevole di reazioni avverse. I vaccini sono in realtà una specie di cura omeopatica, cioè funzionano attraverso antigeni ricavati direttamente dal virus o (come nel caso del tanto contestato vaccino ad mRNA) da una sintesi non più artificiale ma naturale dell’antigene. Pertanto se il virus è pericoloso, lo sono, in misura naturalmente molto ridotta, anche i vaccini. Bisogna fare una scelta, e decidere cosa preferire. Quindi sugli obblighi al vaccino e sui green pass il delirio ha chiuso il suo cerchio, ma perché? Perché dei governi e dei politici nessuno ha più fiducia e, se vogliamo, non vi è più fiducia neanche in una ricerca scientifica finanziata non più dallo Stato, ma dalle case farmaceutiche, quindi col rischio di ricerche non indipendenti (e qui vi volevo! Questa mancanza di fiducia, giustifica tutto il macello che ne è conseguito con notizie false su tutto ed ipotesi assolutamente allucinanti, una gara a chi la sparava più grossa ed a chi ci cascava di più).

Il punto 3 merita una ulteriore digressione.

Questa sfiducia generalizzata nella politica si sta traducendo in una vulnerabilità senza limiti del popolo che ormai aspira a diventare suddito del primo “vate” che si presenti bene e lo rassicuri.

Ci sentiamo dire che la crisi climatica non esiste e se esiste è naturale è quindi non c’è da averne paura. Ok, grazie. Ma non facciamo niente? Non è vero che non facciamo niente. In realtà si parla di transizione ecologica persino nel PNRR (next generation). Perciò è evidente che bisogna provvedere ed anche al più presto ad eliminare tutte le cause antropiche di assottigliamento ed inquinamento dell’atmosfera terrestre. Di cosa parliamo quindi? Di aria fritta, come si fa con i bambini che hanno paura. Chi rassicura potrebbe farlo solo con i fatti, ma preferisce lanciare parole rassicuranti perché sa che queste fanno presa. Grazie papà.

  1. Ma a questo punto per trovare una strada nella confusione parliamo del “Dio, patria e famiglia”.

Se siamo cristiani fondiamo la nostra vita sul Vangelo e sugli insegnamenti di Cristo. Allora ditemi in quale pagina del Vangelo Cristo dice di perseguitare e combattere i pagani. In quale pagina del vangelo Cristo dice che bisogna odiare o disprezzare i neri. Semmai Cristo rimprovera spesso i Farisei, i dottori della Legge e scaccia i mercanti dal Tempio, lodando invece il Samaritano, che era considerato dagli osservanti giudei un eretico, e lo loda perché, al contrario del sacerdote che passa in precedenza, si prodiga a soccorrere un ferito, sconosciuto, ai margini della strada e se ne prende cura anche per i giorni successivi.

La famiglia è la prima e rassicurante istituzione in cui siamo accolti. Quella sacra già ci dimostra una grande apertura mentale di Giuseppe che prende con sé una donna in attesa, fidandosi del Signore (torniamo a parlare dell’importanza della fiducia e del meritarla).

Ma in quale pagina del Vangelo Cristo parla della famiglia?  Ne parla in Matteo 12,46-50 e in Marco 3,31-34 quando gli vanno a dire che fuori ci sono sua madre e i suoi fratelli. Lui risponde: “Chi è mia madre, chi sono i miei fratelli?” e, indicando la folla che sta ammaestrando, dice: “Questi sono mia madre ed i miei fratelli”. Cioè Cristo ci invita ad amare tutti come madre e come fratelli, ci invita a considerarci un’unica famiglia con tutto il resto del mondo. Sarebbe troppo sterile chiudersi nell’amore familiare, fra quattro mura, il nostro amore di cristiani non ha confini ristretti. Vero?

Per giunta in Matteo 10, 32 – 11, 5 dice “…. sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera e i nemici dell’uomo saranno quelli di casa sua. Chi ama padre e madre più di me, non è degno di me, chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me…”

Ancora una volta l’invito è a vivere un amore universale, a superare i confini della famiglia, specie quando questa non risponde al messaggio evangelico di amore universale e tende a chiudersi in sé stessa. È sconvolgente ma allo stesso tempo meraviglioso, vero?

Se queste parole di Cristo sono troppo dure per noi, non c’è problema, semplicemente non siamo cristiani, apparteniamo ad un altro credo, possiamo essere brave persone lo stesso, ma non definiamoci cristiani.

Un altro argomento è che, in tutti quattro i Vangeli, Gesù parla del suo arresto e dice “chi ha un mantello lo venda e prenda una spada….” Perché sa che a breve lascerà soli gli apostoli e che saranno perseguitati (in specie dalla Roma imperiale cui spesso ci riferiamo per lodarne la grandezza). Lo dice perché sa che dovranno difendersi. Invece quando arrivano i pretoriani per arrestarlo e uno degli apostoli trancia con la spada un orecchio ad un soldato romano, lui lo rimprovera e guarisce l’orecchio ferito.

L’unica arma che dobbiamo procurarci per agire nel mondo è l’amore, ma noi ormai lo consideriamo una forma di buonismo. Ci manca poco che, anche considerando che ci disse di perdonare fino a settanta volte sette, diremo che Cristo fu un buonista.

Ultimo punto: aiutiamoli.

Un aiuto ai Paesi Poveri perché i profughi non partano.

Benone. Finalmente! Analizziamo quindi il problema per cui partono. Guerre civili, fame, speranza di una vita migliore, cose che spingono a partire addirittura intere famiglie che si assoggettano a ricatti ed affrontano sacrifici di anni per mettere da parte il denaro necessario a prendere il famoso maledetto barcone che li porterà spesso alla morte e loro lo sanno, ma partono lo stesso. Forse perché sono disperati? Di quali aiuti hanno bisogno? Non certo che i loro governi (ammesso che vi siano dei veri e propri governi nei Paesi da cui partono) ricevano aiuti per bloccarli lì con mezzi coercitivi (vedi Libia che è un Paese di passaggio).

L’aiuto di cui hanno bisogno è che cambi la politica economica internazionale, sia nei suoi fini (e questo per inciso servirebbe anche a noi), sia nei suoi mezzi. E l’altro aiuto che possiamo dare loro è che si fermi il mercato delle armi e la politica divisiva, spesso malcelata, che viene operata per fomentare e sfruttare divisioni interne e gettare quei Paesi in interminabili guerre civili che favoriscono il disordine e la manipolabilità degli affari.

Tutto quanto sopra è complicato. Richiede qualche sforzo in più rispetto all’ascolto sereno di “Ciao mare!”, intendetemi. Ma persino la schietta ed arguta semplicità dei Brescellesi ai tempi di Guareschi non basterebbe a dirimere la questione, anche se certo ci farebbe fare almeno un passo in avanti, la schiettezza è sempre una grande dote.

Ciò che serve è entrare nelle questioni complicate con buona volontà, onestà, raziocinio, come facevano a quei tempi tanti onesti politici (non era, e non dovrebbe essere anche ora, un ossimoro), tanti onesti studiosi, scienziati, storici, letterati, semplici cittadini che si interessavano e partecipavano alla vita pubblica anche entrando nei partiti.

Angela Donatella Rega

[vicepresidente Cuf, Monopoli, Bari]

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