La foto della vergogna di oggi è una fila di giovani uomini in catene, letteralmente: una grossa catena attorno alla vita che arriva si presume a tenere stretti i polsi, le mani non si vedono. Sono di spalle, i nove uomini, la testa incassata e china: stanno salendo su un aereo che li riporta da dove sono venuti, per l’esultanza di Trump che fa pubblicare sul profilo ufficiale della Casa Bianca, a un giorno dal suo insediamento, l’immagine della deportazione. Dice proprio questo, la didascalia: i voli per le deportazioni sono iniziati. “Promessa fatta, promessa mantenuta”. La nuova America mostra subito il suo terrificante volto e sarà bene abituarsi ad avere una foto simbolo al giorno, almeno una di questo genere.
La tattica del neo presidente, leggo dai soddisfatti commenti, si chiama “shock and awe”, colpisci e terrorizza. Scrivo soddisfatti commenti a ragion veduta, visto che circola in rete una rilevazione secondo la quale l’87 per cento degli intervistati in America sono favorevoli ai rimpatri in catene. Ottantasette. Se si facesse in Italia non so, magari qualcosa di meno ma questa è l’aria che tira. Colpisci e terrorizza è una strategia di governo spaventosa, eppure la maggioranza dei cittadini applaude. Fino a che ad essere colpiti e terrorizzati sono gli altri, certo, ma non è mai detto. La tecnica del terrore, storicamente, tende ad estendersi a chiunque e poi tocca a chi tocca. Ricorda le foto degli schiavi in catene, gli schiavi dei campi di cotone, quell’immagine.
Fare di nuovo grande l’America significa tornare lì? E’ possibile, ma coi razzi pronti per Marte, dunque peggio: con le tecnologie che consentono quel che prima era impensabile, nel bene e soprattutto nel male. La cosa più spaventosa non sono Trump, Musk, le nazioligarchie nella ve
rsione aggiornata per le App. Sono coloro che applaudono e si consegnano, esultando, al nuovo schiavismo. La maggioranza. L’ottantasette per cento. Voltate le spalle al palco, il buco nero delle democrazie è in platea.
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