Musk, Zuckerberg e i nuovi equilibri nella politica e nei media, di Paolo Becchi

Tra i due miliardari al momento ha vinto il primo. Musk ha puntato tutto su Trump e ha vinto con lui. Trump ha vinto le elezioni e Musk il controllo dell’informazione. Con Musk ha vinto anche un modo diverso di comunicazione sui social. Zuckerberg stava sullo sfondo, non interveniva direttamente sui suoi social, si limitava a sorvegliarli e a punire chi non era allineato alle scelte dei governi. Lavorava, insomma, per loro, per i governi. Con Musk su X è cambiato tutto. Libertà per tutti di scrivere tutto quello che si vuole.
Ma questo è solo la superficie, se scavi più a fondo ti rendi conto di una cosa: che ora sono i governi ad andargli dietro e quelli che a lui non piacciono hanno vita difficile su X. Un giorno se la prende col governo inglese, l’altro con quello tedesco e in Italia addirittura con il Presidente della Repubblica. Baci e abbracci ricambiati invece con Meloni, che lo invita soltanto di non eccedere nelle critiche al Presidente. Insomma, Musk, non si limita ad amministrare il giochetto, ma gioca e gioca di brutto, anche politicamente. Nella sua piattaforma si è svolto l’incontro tra lui e la leader di AfD, Alice Weidel, in vista delle prossime elezioni politiche in Germania. E nella stessa piattaforma Musk ha divulgato live il congresso di questo partito. E Musk ha già pure detto per chi votare in Germania: AfD, appunto.
Sto facendo una descrizione – credo reale -, nessuna valutazione. Cosa voglio dire con questo? Due cose.
La prima. Che un tempo erano i partiti o i Movimenti a formulare visioni e programmi politici, ora invece sono i miliardari che esprimono alla luce del sole le loro opinioni e i partiti che si sentono affini vanno dietro ai miliardari diventando una sorta di cassa di risonanza per i miliardari. Nel caso attuale, in particolare di Musk.
L’obiezione, avanzata a questo proposito, che gli altri facevano la stessa cosa con Soros o con Gates non mi pare convincente. Soros – si dice – i partiti li paga, Musk no. C’è, dunque, una bella differenza. Ma siamo proprio sicuri? Musk non li paga direttamente, ma se compri i suoi prodotti – non discuto la qualità, il vantaggio rispetto ad altri prodotti, ecc. – di fatto lo paghi, insomma lui comunque ci guadagna. La logica allora, a ben vedere, mi pare sia la stessa: la crisi di partiti che non sono più in grado di articolare una propria visione del mondo, un proprio programma e allora si affidano a questo o all’altro miliardario. Sono i miliardari a cui non bastano più i soldi accumulati e che hanno deciso di avere qualcosa di più e di diverso: il potere. E ora lo vogliono avere direttamente. Sono loro che vogliono decidere il nostro futuro. In Musk la cosa è del tutto evidente.
Pericoloso per la democrazia sarebbe Soros, ma non Musk. Il nemico è pericoloso per la democrazia, l’amico no. Non so che razza di concezione della democrazia sia questa, ma poco importa, ormai la democrazia, con o senza Musk, ha perso di rilievo nelle nostre società e il voto rischia di essere solo una formalità che può persino essere rinviata e ripetuta, quando il risultato può mettere a rischio le aspettative.
La seconda. La rete un tempo sembrava distante dalla realtà. Un mondo a parte. Nella realtà continuavano ad esserci la televisione e i giornali. Ci sono ancora, ma hanno perso la loro autonomia e loro capacità di influire sull’opinione pubblica. Un tempo erano gli editorialisti dei grandi giornali nazionali a far discutere. Oggi i giornali parlano di Musk e scrivono di Musk, anche se lui non rilascia alcuna intervista è diventato il primo attore, che influenza l’opinione pubblica più di tutti gli opinionisti che vanno in Tv o scrivono su giornali e che su X spesso vengono ridicolizzati.
Per un verso può far piacere assistere a questo spettacolo (qui, ovviamente non descrivo più e ho le mie simpatie), e finalmente avere la possibilità di esprimermi liberamente, senza subire le censure a cui ero prima sottoposto, ma, mi chiedo, la libertà di parola c’è realmente quando le condizioni della sua espressione e della sua diffusione, della sua riproduzione, dipendono da una piattaforma? Che cosa significa che sono “libero di scrivere su X“ tutto quello voglio? Non è piuttosto questa libertà una nuova forma, più subdola, di manipolazione delle menti, di controllo sociale? Perché se è vero che su X ormai tutti possono scrivere tutto, alla fine conta solo quello che ha scritto uno: Musk e tu come prima continui a non contare niente.

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Cercasi un fine è “insieme” un periodico e un sito web dal 2005; un’associazione di promozione sociale, fondata nel 2008 (con attività che risalgono a partire dal 2002), iscritta al RUNTS e dotata di personalità giuridica. E’ anche una rete di scuole di formazione politica e un gruppo di accoglienza e formazione linguistica per cittadini stranieri, gruppo I CARE. A Cercasi un fine vi partecipano credenti cristiani e donne e uomini di diverse culture e religioni, accomunati dall’impegno per una società più giusta, pacifica e bella.


 

 

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Al seguente link trovate tutte le schede sintetiche dei progetti finanziati promossi da CIPSI e pubblicati sul nostro sito, anche quello di Cercasi un fine:

Progetti ITALIA: https://www.cipsi.it/2024/12/progetti-scu-cipsi-italia-2024-candidati-con-noi/ oppure progetti ESTERO (sempre nello stesso sito)

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