Come era facilmente prevedibile a spoglio nemmeno concluso la ‘sindrome di Stoccolma’ ha colpito molti commentatori che si stanno precipitando a dire che Trump ha capito tutto, lui interpreta gli interessi del popolo, è un pacifista e perfino a mostrare apprezzamento per gli insulti, il sessismo perché il ‘politicamente corretto’ ha stancato ed è giusto dire ciò che si vuole.
Anche, immagino, dare della ‘puttana’ all’ex speaker della camera Nancy Pelosi e tante altre ‘gentilezze’ simili a destra e a manca.
A me invece preoccupa – e non da oggi e non solo per Trump – il progressivo imbarbarimento della nostra società e lo sdoganamento di ogni ignominia.
Trump il 6 gennaio del 2021 ha istigato un mezzo golpe che ha provocato morti e feriti della sulla base di menzogne dimostrate come tali.
Ha cercato di truffare il conteggio dei voti in Georgia: alcuni dei suoi complici hanno già ammesso le responsabilità e patteggiato le condanne.
Le società sue e dei suoi sodali sono andate avanti a forza di imbrogli e di raggiri.
La pornostar pagata per tacere sulle sue scappatelle (e questi potrebbero essere affari suoi) ma sottobanco e usando i fondi per la campagna elettorale che sono vincolati.
Il tutto condito da menzogne, vittimismo, omotransfobia, insulti, volgarità e minacce.
Che una persona di tal fatta possa diventare di nuovo presidente degli Stati Uniti è il segno dei tempi.
Trump, Bolsonaro, Milei e tanti personaggetti impresentabili che sì aggirano anche in Europa con i loro progetti sguaiati, autoritari e basati su odio, menzogne, discriminazione illustrati tra volgarità e insulti li vediamo anche vicino a noi.
Quindi la mia preoccupazione – ripeto non di oggi – è: perché non riusciamo ad arginare questo imbarbarimento della politica ma non solo della politica?
Ancora ripenso con i brividi all’infausta stagione del ‘vaffa’ di un volgarissimo Grillo (ricordate quando chiedeva sui social, “che fareste soli in macchina con la Boldrini?”) che così tanto consenso ha avuto, anche se per una breve stagione. Per non parlare dei tanti estremisti di destra che si aggirano con la bava alla bocca.
Quindi nessuna sindrome di Stoccolma. La vittoria di Trump (e lo direi se fosse stata anche di uno della sinistra che avesse avuto gli stessi atteggiamenti) è il sintomo di una società malata.
Dovremmo convocare – faccio ricorso ad un paradosso – gli stati generali della civiltà, non correre a osannare l’ultimo farabutto o ciarlatano perché ha vinto un’elezione.
Se fosse possibile – uso sempre un paradosso – dovremmo dare vita ad una internazionale dell’educazione, del civismo, della scuola e della cultura.
Però, a pensarci meglio, potrebbe essere non solo un paradosso ma una idea.
Gianni Cipriani, giornalista, direttore di Globalist
fonte: Globalist del 6.11.2024, vedi in
globalist.it/world/2024/11/06/la-vittoria-di-trump-e-limbarbarimento-della-societa-serve-uninternazionale-della-civilta-e-della-cultura/