Dalle considerazioni sulla relazione fra turismo e territorio, sulla mentalità estrattivo capitalista e sulla richiesta/invocazione di una rilettura dell’esperienza turistica in chiave sociale e come atto politico democratico, vogliamo presentare una serie di piccole esperienze sul territorio che possano offrirci una nuova coscienza dei luoghi. Ovviamente le esperienze che andremo ad analizzare riguardano il territorio che io abito e in cui mi onoro di vivere giorno dopo giorno. Esperienze che non tolgono nulla al valore di altri racconti e di altre prassi in altri territori che non conosco. Tuttavia, queste prassi possono aiutare non solo a leggere il territorio in cui io abito, ma anche a fornire una sorta di lente per guardare anche altre esperienze e altre prassi in altri territori che abitiamo. Si tratta di esperienze locali che possono fornire una interessante guida turistica delle buone prassi controcorrenti a quel turismo di massa che, secondo Christin Rodolphe, è usura del mondo. Pratiche controcorrenti diffuse sul territorio che possono, inoltre, aiutare anche al contrasto dell’overturism come anche offrire esperienze altre, a contatto con chi davvero abita le città turistiche. Sono esperienze, narrazioni, pratiche che ho avuto la possibilità di visitare in questi ultimi mesi e che, dunque, non corrispondono neanche ad una mappatura esaustiva del territorio. Esperienze che, tuttavia, possono essere aiutarci ad entrare in un circolo ermeneutico sotto il simbolo della casa. Pratiche ed esperienze di vita insieme che richiamano il tema della casa ma anche che contribuiscono a fare casa e a rendere il territorio una casa abitabile. Pratiche concrete, dunque, che rientrano in una dimensione sapienziale del territorio, le quali sfuggono dai circuiti economici, capitalisti e di sfruttamento del turismo in quanto hanno a che vedere con persone che la società stessa scarta. Persone che non creano capitale locale, invisibili e molto spesso scacciati dai luoghi interessati dal turismo o dai grandi eventi. Persone che perdono casa, che vengono allontanati dall’overturism, dagli affitti brevi come anche da spazi di città interessati da eventi di portata mondiale. Esempio di quest’ultima aberrazione urbana è stato il periodo delle Olimpiadi di cui si è discusso molto. Fra pseudo rievocazioni leonardesche che destano scandalo, indignazioni e commenti di odio, oltre che una grande impreparazione e confusione per l’iperandroginismo, nessun commento e nessun gesto di indignazione per i tanti clochard sfrattati da Parigi, caricati sui furgoni e spediti in altre città, in alloggi ancora più piccoli. Nessun commento e nessun gesto di indignazione per questo, in quanto persone fuori dai circuiti della visibilità, fuori dagli interessi economici. Ebbene, con queste esperienze, pratiche e narrazioni di casa, ritrovate negli ultimi mesi, desideriamo creare una Guida turistica scartata che possa aiutarci a raccontare e scrivere delle esperienze più belle e autentiche dei nostri territori. Una Guida turistica scartata che possa servire a che vuole davvero conoscere questi luoghi ma anche come lente di lettura dei territori che ancora ci ostiniamo ad abitare.
[blogger di Makovec, Bisceglie]