Nove italiani su dieci concordano sul fatto che il cambiamento climatico sia un’emergenza per la salute globale. Il dato emerge dalla seconda edizione di “Africa e salute: l’opinione degli italiani”, la ricerca realizzata da Ipsos per Amref. Dopo l’edizione del 2021, con un focus speciale sulla pandemia da Covid19, quest’anno la ricerca si è concentrata sul rapporto tra ambiente e salute. Il sondaggio è stato preceduto dal lancio di un documento di Amref sull’approccio One Health (Salute Unica), presentato agli inizi di novembre, in occasione dell’avvio di COP27 la conferenza internazionale dedicata ai cambiamenti climatici.
Mentre complessivamente il 70 per cento non sa di cosa si occupa COP27, fra chi invece conosce l’appuntamento (o dopo che viene loro spiegato l’evento in corso al Cairo), il 64 per cento pensa che le decisioni prese a COP27 possano avere un significativo impatto sull’ambiente nei prossimi anni. Più convinti i giovani adulti, meno gli over 55 anni.
La riduzione dell’impatto del cambiamento climatico è anche considerata da 1 italiano su 3 la priorità di cui si dovrebbe occupare il nuovo governo a livello internazionale. Le altre priorità che gli italiani chiedono al Governo guidato da Giorgia Meloni sono la gestione della guerra in Ucraina e la prevenzione delle nuove pandemie. Il 21 per cento (1 italiano su 5) ritiene invece che le questioni italiane siano più urgenti. Per il 72 per cento degli intervistati, i Paesi ad alto reddito potrebbero fare molto di più per la salute dei Paesi a basso reddito, spostando la responsabilità principalmente sull’Europa.
Un altro interesse di Amref (che si occupa di accesso alle cure di base in Paesi africani e di rafforzamento dei sistemi sanitari locali) era comprendere la consapevolezza che gli italiani avessero della sanità italiana. Per il 58 per cento degli italiani essa risulta complessivamente di buona o di ottima qualità. Per vagliare la tenuta dei principi del nostro Sistema Sanitario Nazionale (universalità, uguaglianza ed equità) nel sondaggio si è chiesto se “sarebbe giusto limitare il diritto alle cure gratuite” per gli stranieri, anche irregolari. Il 25 per cento ha risposto “per niente giusto” e il 24 per cento “poco giusto”, mentre il 15 per cento ritiene “molto giusto” limitarlo e il 29 per cento “abbastanza giusto”, mentre il 7 per cento del campione “non sa”.
Nell’indagine del 2021 Amref ed Ipsos avevano indagato la conoscenza degli italiani dell’Africa. Quest’anno questa parte vedeva delle domande sulla demografia (fattore che incide fortemente sul cambiamento climatico e sulla salute globale) e sulle principali minacce per la salute in Europa e Africa. In merito alla questione demografica quasi 1 italiano su 2 sa che i giovani sotto i vent’anni in Africa sono il 50 per cento. Secondo gli italiani, le principali minacce per la salute delle persone europee sono le malattie croniche (47%), la crisi economica (37%) e gli effetti del cambiamento climatico (31%), mentre per le persone africane sono ritenute essere le malattie infettive, oltre al Covid19, (53%) le condizioni di vita (46%), la disponibilità di strutture e operatori sanitari (38%).
Commentando il sondaggio,Guglielmo Micucci, Direttore di Amref Health Africa -Italia, dichiara: “Sicuramente il tema del cambiamento climatico è ormai entrato nell’agenda quotidiana degli italiani. Soprattutto nei giovani. Altrettanto positivo il fatto che per oltre nove persone su dieci il cambiamento climatico è un’emergenza per la salute globale. In effetti esso rischia di vanificare decenni di progressi nella salute globale, andando ad impattare nei luoghi che hanno contribuito in misura minore alle emissioni, compresi i Paesi dell’Africa. L’Africa è uno dei continenti più colpiti dal cambiamento climatico, sebbene contribuisca meno del 4% delle emissioni di gas serra. Per questo, per uno sviluppo globale sostenibile salute ed ambiente devono camminare insieme, fornire le risposte alle sfide che ci attendono.”
https://www.famigliacristiana.it/articolo/gli-italiani-chiedono-al-governo-attenzione-all-ambiente-alla-guerra-e-alle-pandemie.aspx