Il Vangelo odierno: In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita» (Lc 21, 5-19 – domenica XXXIII/C).
13 novembre 2022. Discuto spesso con il mio amico Riccardo Cristiano sull’estremismo nelle comunità di fede religiosa, specie quelle ebraica, cristiana e musulmana. La storia, da sempre, ieri come oggi, è attraversata da “molti” che prevedono e preannunciano terrore, fine del mondo, cataclismi, terremoti, pesti e chi più ne ha, più ne metta. Anche in casa cattolica italiana non mancano: si pensi a tutti i siti di cattolici reazionari e destrorsi – Radio Maria è un esempio fra i tanti – che spesso diffondono idiozie, superstizioni, magie, eresie per spiegare terremoti, scelte sociali e politiche, vite personali. Tutto ingredienti per creare più paura e insicurezza di quante già ce ne siano. Tralasciamo la posizioni di questi irresponsabili – per ignoranza o malafede, Dio sa! – poniamo attenzione, invece, alla parola di Gesù: “Non vi terrorizzate”. La fine del mondo verrà, Gesù ritornerà e instaurerà il Suo regno in modo definitivo. Ma ci sono dei passaggi importanti che il brano ci suggerisce: essi ci aiutano non solo a capire ma anche a non aver paura, a non terrorizzarci, con buona pace di questi sedicenti gruppi religiosi. Riccardo spesso sottolinea come sono il frutto di paura e ignoranza.
Gesù ci invita a non farci ingannare da persone ed eventi. Prima di tutto i falsi profeti. Essi vogliono sostituirsi al Cristo. Gesù non dice se sono interni o esterni al suo gregge; sembrano essere di entrambi le compagini. Ci sono e si mostrano tali perché dicono di essere il Cristo e credono di sapere tempi e scadenze, motivazioni dei cataclismi e futuri scenari. Niente di più falso. I falsi profeti c’erano e ci sono: meditazione della Parola, discernimento, preghiera, dialogo e confronto (vedi attuale sinodo!) nella comunità sono i consigli di sempre per smascherarli e allontanarli.
Riguardo agli eventi Gesù è molto più accurato. Ci saranno – e ci sono! – guerre e rivoluzioni, nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma essi non sono la fine. Essi sono eventi che segnano la storia, ma non è Dio a mandarli. Spiega San Tommaso: “Detrarre alla perfezione delle creature è detrarre alla perfezione della capacità stessa di Dio”. Gli eventi succedono perché rispondono a logiche naturali. Certo: Dio la guida la storia ma non nel senso che interviene a ogni piè sospinto, ma nel senso che la conduce verso una finalità: l’instaurazione definitiva del suo Regno.
Inoltre Gesù non propugna una lettura apocalittica dello spavento, ma una lettura teologica della storia. Lui è il Signore, ritornerà e instaurerà definitivamente il Suo Regno e lo consegnerà al Padre. E Dio sarà tutto in tutti. Se si crede in ciò si capisce e si segue l’invito: “non vi terrorizzate”. Perché siamo certi che prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine.
Proprio perché la fine è collegata al ritorno del Cristo e non a eventi straordinari il Signore Gesù vuole preparare i suoi discepoli al suo ritorno. E qui viene la parte ancora più dura: Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Quante volte abbiamo riflettuto sulla testimonianza! Spesso l’abbiamo solo ridotta a un fatto morale: si è testimoni se si è coerenti. Certamente ciò è vero. Ma non è solo un fatto morale. Il brano sposta l’attenzione su un’altra dimensione della testimonianza, importante e necessaria quanto la prima. Si tratta di quella parola e sapienza per resistere ad avversari e persino a parenti e amici che ci tradiscono. E’ possibile? Abbiamo la forza per farlo? I martiri lo hanno fatto. E noi?
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita, ammonisce Gesù. Che Lui ci aiuti a non soccombere e ad aspettarlo con forza e sapienza, lontani da tutti gli estremismi e, il più possibile, vicini al Suo cuore misericordioso.
Rocco D’Ambrosio [presbitero, docente PUG Roma, pres. Cercasi un fine, Cassano, Bari]