Il silenzio è d’oro, mi diceva mia nonna. Ed in effetti molte cose buone si fanno nel silenzio per esempio aiutare il prossimo. E molte cose cattive si fanno nel chiasso, per esempio rastrellare a piene mani consenso creando allarmi senza che ve ne sia motivo. Ma ahimè la politica ha anche ormai questo aspetto paradossale di cercare consenso come se fosse il suo fine ultimo e non fosse, viceversa, il frutto di un assennato operare.
Ma col silenzio si possono fare anche cose cattive, e cose buone parlando o facendosi presenti.
Entriamo nel versante antipatico del silenzio, quello che chiameremo, con ironia, silenzio assenzio per il sapore amaro che ne deriva.
Fu la trovata di una segretaria che, chiedendomi se volessi autorizzare o negare alcune richieste oppure far scattare il “silenzio assenso” me le porse sottolineandomi: “Dottoressa, le vuole firmare o aspettiamo il silenzio assenzio?”. Non so se fu un lapsus o se volesse scherzare, la frase ebbe comunque un effetto esilarante per me che adoro i giochi di parole e per anni è rimasta nei miei ricordi birichini… ed ecco che ne posso oggi considerare la straordinaria genialità.
Silenzio assenzio: il più emblematico è l’omertà. Ma lo è per esempio tutto ciò che viene sottaciuto e che invece ha rilevanza politica perché determina decisioni che al popolo risultano spesso incomprensibili anche quando la televisione gliele spiega. La televisione spiega tutto, per esempio spiega che noi siamo ostaggio dei migranti perché Macron si è offeso e chiede all’Europa di bloccare il loro flusso dall’Italia verso gli altri Paesi (trattasi di quei migranti che escono abitualmente, via terra, dai nostri confini per andare oltre, prevalentemente in Germania ma anche più a nord). Ma a noi quello che interessa è il mare, l’arrivo, fa niente che quelli che rimangono qui siano lasciati ai margini essendo sfruttati, se va bene, per pochissimi euro nel lavoro dei campi, e fa niente che il governo di qualsiasi apparente colore non abbia combattuto efficacemente il lavoro nero mantenuto dal caporalato abbandonando i braccianti agricoli alla concorrenza al ribasso. Fa niente che invece una sola parte politica abbia fomentato la guerra fra poveri e sbandierato una strategia di contrasto agli sbarchi (che per legge internazionale non si possono contrastare).
II mare è nostro (!!!???). Ma il mare è anche mostro se ingoia chi fugge da guerre e fame.
Ecco un altro silenzio assenzio: perché nessuno parla mai di un cambiamento della politica internazionale che possa attenuare o fermare fame e guerra nei Paesi poveri? Lo disse persino Renzi “aiutiamoli a casa loro”, eh sì, ma non mantenendo le ingiuste relazioni internazionali generatrici di disparità abissali o mandando il pacco famiglia. Oppure facendo successivamente accordi con la Libia perché si riprenda i poveretti che da lì scappano o che scappano da altrove e poi si trovano in un lager libico o in una situazione di schiavitù peggio che da noi. Mah!
Un altro silenzio assenzio: il silenzio sull’inevitabilità di un mondo che per forza di cose, col tempo che il cambiamento richiederà, sarà sempre più multietnico, culturalmente ed anche fisicamente. Quindi c’è silenzio sul fatto che i muri saranno inutili e già ora sono un segno di paura e di incapacità a tessere una politica internazionale giusta che non generi rivalità, guerre ed odio.
Passiamo finalmente ad un altro silenzio assenzio. Pensateci, è ciò che è accaduto a noi: alle elezioni non abbiamo votato in grande numero. Abbiamo fatto silenzio (forse anche da molto tempo prima, occupati a badare a spese, consumi e lamentele private, magari in spazi social) ed ora faremo i conti con un certo amaro.
Chi non ha votato mi dirà: ma finora non avevamo ingoiato amaro?
Questa domanda è molto interessante. Bene farebbe chi ha gettato la spugna (in nome di cosa? altra domanda interessante), cioè il centrosinistra, a riflettere su come mai ad un voto in suo favore tanta gente abbia preferito il silenzio amaro. Forse per non fare una scelta amara. Forse sarà stato perché questa parte politica ha tradito le aspettative di coloro che solo sulla sinistra potevano contare per esigere diritti e non rovesci continui? Che so, forse perché da un PD al governo comunque fu abolito l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori? Forse per i motivi di cui sopra (Libia e proposta di pacchi dono)? Boh!
Concludo con l’ultimo silenzio amaro: quello sul mercato delle armi, armi che invece urlano la loro forza distruttiva ovunque.
Non chiudiamoci quindi nel silenzio assenso (ed assenzio). Pensare e parlare ma anche partecipare sono aspetti importanti della convivenza civile, non rinunciamo ad essi, perché solo esercitando questi diritti inalienabili, se qualcuno o qualcosa ci fermerà, ci sarà sempre qualcuno o qualcosa che continuerà a parlare per noi.
Angela Donatella Rega [medico, vicepresidente di Cercasi un Fine, Monopoli, Bari]